Alcool e giovani

Il tema è entrato nelle scuole di Paternò con esperti nel campo che hanno voluto lanciare dei messaggi agli adolescenti per spiegare loro gli effetti dannosi dell’alcool, soprattutto in giovanissima età.
La tematica è stata al centro di una serie di incontri rivolti agli studenti degli Istituti Superiori della città; ad allestire l’iniziativa, nell’ambito del più ampio progetto “Crescere in armonia – educare al benessere”, il dott. Antonello Sinatra, pediatra, e la dott.ssa Alessandra Bonanno, psicologa, in collaborazione con la dott.ssa Lidia Torrisi, biologo-nutrizionista. L’argomento ha catalizzato l’attenzione dei ragazzi che hanno avuto modo di interagire attivamente con i relatori anche grazie al supporto di video e diapositive esplicative.

La presentazione del dott. Antonello Sinatra:

“L’ alcool è oggi la sostanza da sballo più diffusa perché è legale, facile da reperire anche per i minorenni, ed economica. L’uso rischioso e dannoso dell’alcool è sottovalutato e tollerato dalla società. Il consumo di bevande alcoliche tra i giovani, purtroppo, è cambiato rispetto al passato. Non si beve per il gusto di bere ma per ricercare gli effetti secondari dell’alcool. Oggi per molti ragazzi non c’è divertimento senza alcolici, ma soprattutto è scesa vertiginosamente l’età in cui avviene il primo contatto con le bevande alcoliche, già fin dai 10-11 anni. L’alcool, al pari delle altre droghe, offre all’adolescente (con un ancora fragile e frammentato senso di identità) una modalità immediata, e apparentemente a costo zero, di sperimentare sollievo, disinibizione e benessere permettendogli di allontanarsi da problemi, insicurezze e sentimenti di inadeguatezza personali.

Oggi è molto diffuso il BingeDrinking, la tendenza, cioè, ad assumere grandi quantità di alcolici nel corso della stessa serata, o comunque in un breve periodo di tempo, allo scopo di ubriacarsi.

Abbiamo spiegato ai ragazzi che tutto questo ha un costo, anche molto elevato, per la loro salute.
Il consumo di alcool in adolescenza è dannoso perché agisce su un sistema nervoso che ha una particolare vulnerabilità agli agenti tossici: fino ai 18-20 anni, infatti, il cervello è in una fase di sviluppo e formazione e dunque l’assunzione di alcool in questa fascia di età può compromettere questo processo e limitare il raggiungimento delle piene potenzialità cerebrali.
L’alcool, una tra le sostanze più tossiche, può facilmente oltrepassare le membrane cellulari e provocare lesioni, fino alla distruzione delle cellule. Nello stato di ubriachezza l’alcool nel sangue raggiunge tutti gli organi, cervello compreso, uccidendo migliaia di neuroni, e il danno cerebrale è irreversibile. Con un’ubriacatura si perdono circa 100.000 neuroni, tanti quanti quelli di una giornata di vita.

E’ per questo che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda la totale astensione dall’alcol almeno fino ai 16 anni.
Abbiamo quindi lanciato uno slogan chiaramente provocatorio: “Per bere alcool ci vuole cervello!!” invitando i giovani ad essere primi e responsabili artefici della costruzione e del mantenimento del proprio benessere psicofisico.”
Aggiunge la dott.ssa Bonanno: “Abbiamo deciso di utilizzare un approccio educativo diretto, diverso da quelli classicamente utilizzati per affrontare tematiche così importanti, evitando una sterile prospettiva proibizionista, nella ferma convinzione che proibire non serve a nulla.

L’obiettivo degli incontri è stato quello di informare i ragazzi sui potenziali rischi dell’assunzione di alcool, per creare una cultura di disapprovazione dell’abuso di alcool e quindi dar loro elementi di giudizio validi per distinguere tra consumo moderato e consapevole e consumo decisamente rischioso”.

L’attività di prevenzione è stata condotta in sinergia con la Polizia di Stato; agli incontri è stato presente il Commissario della Polstrada, sezione di Catania, Dott.ssa Giusy Agnello che ha interagito con gli studenti spiegando loro come il rischio di incidenti stradali aumenta in modo esponenziale all’aumentare della concentrazione di alcol etilico nel sangue e mostrando il funzionamento dell’etilometro.