Mi sono più volte occupato degli enormi rischi che il web può nascondere per i nostri figli.

Il caso del bimbo suicida a Napoli a soli 11 anni a causa della challenge social, è un argomento doloroso e non avrei voluto toccarlo per il mio blog, ma sento di affrontare la questione solo per lanciare un grido d’allarme e quindi mettere in guardia, ancora e ancora, tutti i genitori.

Parallelamente alle indagini, la cui ipotesi come sapete è che l’undicenne abbia partecipato a una challenge del terrore, un gioco che possa averlo spinto a commettere il folle gesto, vi sono alcune riflessioni da fare.

C’è una parte “cattiva” che uomini cattivi hanno creato dietro al mondo dei social network, una nuova forma di violenza ed abuso sui bambini e gli adolescenti, che vengono sfruttati in modo perverso da queste tecnologie. Tengo a sottolineare che non voglio criminalizzare la rete o i social, che offrono anche grandi opportunità, ma è evidente che si prestino ad essere terreno fertile per grandi violazioni, dalle quali i minori sono spesso indifesi, confusi, ingannati.

Da qui rinnovo il mio invito ai genitori: fate attenzione! Vigilate su di loro! Il mondo online porta in sé ormai ufficialmente una duplice anima: indispensabile strumento democraticamente alla portata di tutti ed anche possibile fonte di rischi di diverso tipo, anche molto gravi, tal volta, come abbiamo visto, fatali.

Tutto ciò, quindi, lascia gli indifesi, perché in difficoltà  o perchè minori, soli di fronte al mare magnum di quello che in rete si può trovare.

Come camminando per strada possiamo incontrare persone e fare esperienze di diverso tipo e mai immagineremmo di lasciare bambini piccoli e meno piccoli da soli senza la nostra vigile attenzione, così invito vivamente ad immaginare i più e meno piccoli nel “mondo nella rete”, benchè virtuale.

L’infanzia è davanti ad un numero enorme di sollecitazioni, che spesso non possono essere gestite sul piano emotivo creando scompensi e vulnerabilità.

Genitori, puntiamo sull’affettività una componente essenziale per far sentire protetti i nostri figli e per far capire loro che niente e nessuno di buono può chiedere loro di far gesti estremi