Tante volte mi sono trovato a rispondere a questa richiesta d’aiuto da parte dei genitori dei “miei” bambini. Scopriamo insieme cosa c’è da sapere e quali sono le regole generali al riguardo.
Io concordo con molti colleghi pediatri sul fatto che i bambini possano attraversare delle fasi fisiologiche di inappetenza e non c’è motivo di preoccuparsi se non ci sono altri segnali. Capisco che mamme e papà si possano preoccupare dinanzi ad una continua inappetenza del proprio bimbo sapendo di quanto bisogno abbiano i nostri figli di nutrirsi bene: giochi, salti, corse, sport, compiti…lo spreco di energie per loro è certamente ingente. Alle vostre preoccupazioni, comprensibili, però, io rispondo che non è sempre il caso di preoccuparsi, per diversi motivi:
- I bambini sono capaci di autoregolarsi: se in un certo periodo della loro vita non vogliono mangiare, oppure rifiutano alcuni tipi di cibo, smetteranno da soli se non vengono messi sotto stress continuo.
- Con il benessere che c’è oggi nei paesi più ricchi, è difficile che un bimbo sia denutrito. Se il pediatra non riscontra cali ponderali preoccupanti o elementi di denutrizione, allora forse è solo una preoccupazione eccessiva della mamma che vorrebbe che il suo bimbo mangiasse di più.
- I bambini nel primo anno di età spesso vengono sovralimentati. Durante lo svezzamento e l’allattamento, infatti, i bambini non scelgono le quantità di cibo che vogliono e spesso le mamme vogliono farli mangiare più del dovuto. Quindi può capitare che, se sono stati sovralimentati nel primo anno di vita, tendano a mangiare di meno nel secondo annoper compensare.
- Se un bambino non mangia i piatti che ci sono in tavola, il motivo potrebbe essere cheprima di pranzo o cena ha mangiato altro. Snack, biscotti, anche un semplice succo di frutta, sono comunque delle bombe caloriche che andrebbero evitate per i più piccoli, sia perché sovraccaricano gli organi come il fegato e i reni, sia perché li fanno arrivare a tavola con poca fame.
Ad ogni modo ci sono alcuni piccoli stratagemmi per stimolare il bambino a mangiare di più:
- Variare i gusti e i sapori dei piatti. I bambini spesso vengono attratti dalle novità, quindi presentargli cose diverse potrebbe essere un modo per stimolarlo a mangiare
- Farlo stare a tavola con tutta la famiglia. Anche in caso di bimbi molto piccoli, si può avvicinare il sediolone alla tavola e farli partecipare al momento del pasto. Questo darà loro l’idea che tutta la famiglia ha bisogno di nutrirsi. Se poi vediamo che vuole assaggiare qualcosa che c’è a tavola, dargli sempre la possibilità di farlo e di sperimentare gusti, consistenze e colori del cibo, per incuriosirlo e per dargli l’opportunità di conoscere attraverso tutti i sensi.
- Non pensare chetutti i bimbi debbano essere uguali e che i bimbi cicciottelli sono più in salute. Se il vostro bambino ha le forze durante la giornata per giocare, studiare e fare le sue attività quotidiane, vuol dire che ha assunto i nutrienti necessari alla sua salute. Va comunque sempre valutato con il pediatra se è la sua costituzione o se ci sono segnali di allarme che devono destare preoccupazione, come i cali ponderali e i parametri vitali generali del bambino.
- Non spezzare la fame con snack dolci e salati. In caso di bambini inappetenti infatti non deve valere la regola del “purchè mangi”, anzi bisogna fare attenzione a ciò che mangia e cercare di farlo arrivare ai pasti principali con più fame perché sia stimolato a mangiare ciò che c’è in tavola.
Quindi se il bimbo non mangia, spesso la causa dell’inappetenza è fisiologica, ma potrebbe anche essere psicologica. Capita spesso, infatti, che il momento del pasto diventi un vero e proprio braccio di ferro tra il genitore e il bambino e che i suoi rifiuti siano legati anche a una ribellione. Bisogna capire se nel rapporto con i genitori c’è qualcosa che lo mette particolarmente a disagio o sotto stress. Per gli psicologi, attraverso il cibo il bambino può richiamare l’attenzione dei genitori oppure sfogare frustrazioni e rabbie represse. In quel caso, vanno ricercate le cause a livello psicologico e non basta soltanto risolvere il problema dell’inappetenza.