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IL 30% DEI BIMBI SOFFRE DI DISTURBI DEL SONNO. NON SOTTOVALUTARLI!

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In occasione del XIII Congresso Nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri di Pestum dove sono intervenuto, fra i temi ci siamo soffermati particolarmente sui disturbi del sonno. Invito i genitori a non sottovalutare l’argomento poiché, in casi estremi, si tratta di veri “campanelli d’allarme” per varie malattie.

Questi i dati scientifici. Il 15% dei più piccoli, dai 3 ai 14 anni, soffre di disturbi del sonno e questa percentuale sale addirittura al 30% tra i bimbi con meno di 3 anni. Questo determina gravi conseguenze tra cui alterazioni del comportamento, difficoltà nelle attività scolastiche, problemi di memoria e, più in generale, alterazioni del neuro-sviluppo.

Noi pediatri riceviamo spesso segnalazioni tardive da parte dei genitori e questo è un problema perché eccessivi ritardi diagnostici possono compromettere seriamente la salute e il benessere del bambino come nei casi in cui le notti insonni sono la manifestazione di patologie molto gravi e pericolose. I genitori devono, quindi, “vigilare” sul sonno dei propri figli e segnalare il prima possibile ogni anomalia al proprio pediatra di famiglia perché la diagnosi precoce ed un adeguato trattamento permettono di prevenire le alterazioni dello sviluppo neurologico e psicologico del bambino.

NOTTI INSONNI. I CASI:

  • Possono essere semplicemente legate a comportamenti errati da parte dei genitori al momento dell’addormentamento e durante i risvegli notturni dei bambini.
  • Possono essere determinate da malattie come: parasonnie (25%), insonnia (20-30%), irregolarità del ritmo circadiano (7%), problemi respiratori del sonno (2-3%), disturbi del movimento legati al sonno (1,2%) e ipersonnie (0,01-0,20%).
  • Esistono poi quei bambini che si muovono molto durante la notte e che al mattino si svegliano stanchi e assonnati.

ALLA BASE DI QUESTI DISTURBI CI SONO DIVERSE CAUSE

  • Tra i fattori che contribuiscono al loro sviluppo ci sono quelli genetici: studi condotti sui gemelli e sulla familiarità, hanno rivelato una marcata influenza genetica proprio nell’insonnia.
  • Abitudini sbagliate come quella di lasciare dormire il bimbo nel lettone, oppure correre subito appena il bimbo si è svegliato, possono portare allo sviluppo di queste irregolarità.
  • Anche la depressione maternapotrebbe avere un impatto sull’insonnia nel bambino: il 38% delle mamme con figli che hanno difficoltà nel prendere sonno, sono più nervose e più depresse.

COME SI POSSONO PREVENIRE I DISTURBI DEL SONNO DA ABITUDINI SBAGLIATE?

Molto importante è la prevenzione nel primo anno di vita perché le abitudini errate acquisite in questo periodo renderanno più difficile avere un’autonomia di addormentamento anche negli anni successivi.

DIVERSE LE STRATEGIE CONSIGLIATE

  • Una di queste può essere quella di evitare che il bimbo si addormenti in ambienti sempre diversi, piuttosto è preferibile abituarlo a una sola camera.
  • Anche rispettare un determinato orario per andare a dormire
  • Separare la fase dell’allattamento al seno o al biberon da quella della nanna.
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