“Giochiamo insieme”? Dicono mamme e papà ai propri figli. Sì, ma sappiamo quali sono i giochi più idonei in base all’età del bambino?

  • La LETTURA innanzitutto rimane un must! Incantiamo i nostri piccoli leggendo loro una storia ad alta voce. Un bambino abituato quotidianamente all’ascolto di letture svilupperà più facilmente il linguaggio, sarà più curioso, avrà migliori tempi di attenzione proprioperché abituato ad ascoltare!
  • Nei bambini appena natiil gioco è in realtà il contatto con il corpo dei genitori. Questa relazione favorisce la regolazione delle funzioni vitali, la comunicazione istintuale con mamma e papà, lo sviluppo cognitivo e le capacità motorie.
  • 4-6 mesi. I giochi devono essere legati allo stimolo della sensorialità. IL CONSIGLIO: Preparate un “cesto dei tesori”: un contenitore di stoffa da riempire con oggetti della quotidianità domestica, di materiali, forme e colori diversi che incuriosiranno il bambino e stimoleranno lo sviluppo dei sensi.
  • 12-18 mesi. È la fase del gioco imitativo, i bambini iniziano ad imitare le piccole azioni che vedono intorno a loro come, il dormire, il mangiare ed il bere.
  • Dai 2 anni. In questi anni il bambino esplora il mondo della fantasiaconfrontandosi con tante situazioni, sfide, avventure andando ad allargare il suo campo di azione. Il gioco diventa parallelo ed avviene interagendo con altre persone, creando delle storie, usando anche travestimenti.
IL FOCUS.
Nei primi due, tre anni di vita la preferenza dovrebbe andare ad attività che stimolino la manualità, la coordinazione fra vista e movimenti, l’esplorazione dell’ambiente, tutte capacità che il bimbo deve ancora sviluppare!
– Si consigliano i giochi che consentono di smontare, modellare, creare, inventare.
– Altrettanto importante il gioco all’aperto. Passare del tempo all’aria aperta, meglio se in giardini attrezzati, stimola il senso del bello e della simmetria, favorisce la curiosità e la creatività, insegna i concetti di ordine ed equilibrio. Ottimi i parchi nel verde, sì agli scivoli, altalene con cui il bimbo può esercitare le capacità motorie, e gli angoli con giochi che stimolano la logica, come i cubi da riordinare o i labirinti da superare. I bambini vanno portati al parco fin da piccolissimi!

Dopo i tre anni se un piccolo che se ne sta in disparte ciò deve rappresentare un piccolo campanello d’allarme per i genitori: la rinuncia al gioco, così essenziale nell’infanzia, è il segnale di un malessere.

– In questa fase poi bisogna incoraggiare la fantasia, per esempio con i giochi “di ruolo” in cui i bimbi creano un mondo di fantasia. È il classico “facciamo finta”, ideale per sviluppare l’intelligenza. È un gioco che inizia attorno ai due anni e che prima della scuola elementare occupa buona parte del tempo del bambino e insegna a esprimere e gestire le emozioni. Non ci si deve preoccupare quando la finzione sembra assurda o coinvolge amici immaginari, NON è un fatto patologico, anzi! perché non c’è alcun rischio che i bimbi confondano la realtà con la fantasia.

– Anche l’attività sportiva deve essere vissuta come gioco. Bisogna evitare che diventi fonte di tensione perché il bimbo subisce le aspettative di genitori o allenatori. E, infatti, le statistiche dicono che ad 11 anni si dimezza il numero dei ragazzini che praticano uno sport, che è diventato un noioso dovere o, peggio, un’occasione di stress.