A pochi giorni dalla “Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo” che si celebrerà il prossimo 7 febbraio, è stata approvata la Legge secondo cui un minore che compie atti di bullismo e non modifica i suoi atteggiamenti neanche dopo la rieducazione può essere allontanato dalla famiglia.
Voi come la pensate?
Approvata dalla commissione Giustizia della Camera, la legge in sostanza afferma che: se restare con i genitori è controproducente, il soggetto sarà preso in affido da una casa famiglia.
Verrà inoltre inaugurato un numero verde per le vittime di bullismo, il 114.
Questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore, come pediatra e come padre. Tra i tanti temi che come studio pediatrico abbiamo affrontato in questi ultimi anni in tutte le scuole della Provincia Etnea c’è stato anche quello legato ai “rischi della rete”, collaborando strettamente con il capo della Polizia Postale di Catania, Marcello La Bella. Abbiamo dato e continueremo a dare ai ragazzi le indicazioni e le istruzioni utili per denunciare e combattere questo terribile fenomeno.
Colgo l’occasione per rispondere ad alcune domande che spesso mi rivolgono i genitori:
Esistono dei campanelli d’allarme che dovrebbero insospettire la famiglia?
Ce ne sono diversi. L’isolamento è uno di questi ma anche il “non detto” e i comportamenti alienanti. Mi riferisco sia alle vittime sia ai bulli stessi. Inoltre, talvolta ci sono segni evidenti di lesioni imputate a “sviste e sbadataggine”, così come “incidenti” su abiti, soldi e oggetti personali.
Cosa si può fare per aiutare le vittime ed evitare che si giunga a casi estremi?
Ritengo siano molto importanti gli interventi psicologici, ma ancor più quelli di prevenzione e sensibilizzazione dove la forza del gruppo, inteso non come branco, sia di sostegno e funzionale alla crescita.
Quali sono i comportamenti, in caso di ammissione da parte del giovane, che i familiari dovrebbero adottare?
Un atteggiamento comprensivo, non protettivo o sminuente dell’accaduto e, quindi, non giudicante.
Concludo dicendo che la denuncia collettiva, intesa come impegno della società per fare cittadinanza attiva e quindi prevenzione, è assolutamente indispensabile. TUTTI, alziamo TUTTI le nostre “antenne” di genitori attenti affinchè si possa intercettare il problema e combatterlo con l’aiuto delle insegnanti e le autorità cittadine.