Buonasera amiche,
anche questa settimana torno con voi per rispondere ad alcune domande e per fornirvi, nel possibile, qualche suggerimento utile per la crescita dei vostri figli.
Negli ultimi anni, la Ricerca ha consentito sviluppi importanti nel campo della conservazione delle cellule staminali. Ormai tante mamme scelgono di donare o conservare il cordone ombelicale come strumento biologico di cura che potrebbe rivelarsi vitale per la salute degli altri e per quella della propria famiglia.
Ma la domanda che molte di voi mi pongono è spesso:
Perché conservare o donare le cellule staminali del cordone ombelicale? A cosa serve esattamente?
Il sangue del cordone ombelicale contiene una importante quantità di cellule staminali che – come sappiamo – sono capaci di rigenerare gli elementi che compongono il sangue e proprio per questo possono rappresentare una valida ed efficace cura per numerose e gravi malattie del sangue.
Con il trapianto di staminali ematopoietiche, infatti, è possibile ricostituire il midollo osseo gravemente danneggiato a causa di patologie o di una chemioterapia ad alte dosi e curare, ad esempio, le leucemie, i linfomi, le immunodeficienze ereditarie ed altre malattie purtroppo gravi.
L’importanza della conservazione o donazione di staminali di cordone ombelicale è dovuta a diversi motivi ma i vantaggi più significativi sono certamente dovuti all’elevata capacità di produrre cellule del sangue, alla scarsa immunogenicità (che le rende particolarmente tollerate dall’organismo che le riceve) ed al fatto che si possono estrarre facilmente dal cordone ombelicale che altrimenti – ricordiamo – sarebbe semplicemente gettato via.
Ci sono tre possibilità di conservare il cordone:
1- La donazione allogenica, ovvero a fini solidaristici e quindi per soggetti diversi dal vostro bambino
2- La donazione dedicata per il proprio bambino o per un membro della propria famiglia che ne ha bisogno
3 – La conservazione autologa, che è possibile fare attraverso banche private al fine di garantire una eventuale speranza di cura efficace per gravi malattie dei vostri figli.
In Italia, non è consentito richiedere la conservazione autologa presso le banche pubbliche ed è per questo che molte mamme che scelgono di intraprendere questa strada si affidano alle banche di conservazione privata.
Tuttavia, esistono alcuni casi in cui nelle banche pubbliche viene effettuata una conservazione delle staminali del cordone per essere destinato al bambino stesso o ad un membro della stessa famiglia e, generalmente, avviene quando si verifica che il nascituro o un suo consanguineo presentano una patologia per la quale è indicato il trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Le “banche del sangue placentare” sono “strutture sanitarie autorizzate a conservare, trattare e distribuire le cellule staminali empopietiche raccolte a scopo di trapianto, garantendone idoneità, qualità, sicurezza e tracciabilità” – dice il Ministero della Salute. Ciononostante, aggiungono: “La legge italiana non consente la conservazione autologa di sangue da cordone ombelicale perché si ispira a criteri di solidarietà e di evidenza scientifica. La probabilità di usare le proprie cellule cordonali è infatti bassissima (1 su centomila), mentre la condivisione in una banca pubblica aumenta per tutti la possibilità di trovare cellule staminali compatibili nel caso di malattia. Infatti, la possibilità di trovare un donatore fra i parenti stretti è del 30%, per cui la maggioranza dei pazienti che necessitano di trapianto deve rivolgersi alle banche pubbliche di cellule staminali. Pertanto la donazione di cordone ombelicale o di midollo osseo (le due principali fonti di staminali ematopoietiche) aumenta molto la probabilità per chi non ha un donatore in famiglia, di trovare un’opportunità terapeutica”.